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22/02/10

Un sogno reale


Lo so.

La mia vita onirica e' movimentata.

In effetti e' cosi'.


" Che strana oscurita' questa sera, il cielo e' privo di stelle. Il silenzio e' attorno a me e dentro di me. Ma chi e' che sta scendendo queste scale con me? ah, e' mia zia, nonostante sia grassottella e' agile, scende velocemente"

Mia zia si gira e mi fa segno di seguirla e di velocizzare i miei passi.

" ...ma questo non e' un sogno. Non puo' esserlo, sento il suono dei passi a terra, sento la brezza notturna sulla pelle. Ma che ci faccio in piena notte su queste scale e che cosa e' tutta questa fretta?"

Raggiungo la strada. Davanti a me e dietro me non vola una mosca. Immobilita' e oscurita'.

" Fai piano" mi dice mia zia, " Sta arrivando qualcuno"

Sento il cigolare di una bici che in lontanza mostra i contorni, si sta avvicinando. Sopra vi e' un signore, ricordo di aver pensato quanto fosse strano, ma non ricordo perche'. Si avvicina.

" E' il momento" dice e prosegue.

Mia zia mi guarda seria. " Dobbiamo andare a casa dagli altri, e cercare un posto dove nasconderci" mi dice.

Io la seguo. Cammino sull' asfalto perplessa. Saltello un paio di volte per vedere e sentire se e' vero che sto facendo tutto quello, "...eppure so di sognare...".

Cammino con la sensazione di essere nella Realta' del sogno, una realta' identica a questa tastiera dove sto battendo.

Raggiungo la mia casa. Fuori vi sono molte persone, ammutolite.

" Che succede?" domando a una donna, mia vicina di casa, pallida ed emaciata. " e' troppo tardi" mi dice e chissa' come, capisco.

Mi avvicino al crocchio di gente ammassata ad una porta e mi oriento verso il piu' alto.

" Io mi fidavo di voi!" urlo a quel signore alto almeno due metri e mezzo...


Mi sveglio sudata, come sempre, come al solito.

Provo a concentrarmi per rientrare in quell' incubo e per capire qualcosa.


" Sara' meglio fare scorta di acqua" dico a mia madre ritrovata nella stanza colma di gente. Una stanza circolare, molte persone sedute per terra o appoggiate alla parete.

" La bottiglia e' li', ma non me la sento di salire ai bagni.."dice mia madre.

Salgo io, mi metto in fila. Faccio degli scalini, e raggiungo una stanza. Davanti a me ci sono molti lavelli, ma tutti occupati da mamme e donne che lavano o preparano biberon. Sulla mia sinistra i lavandini dei bagni dove una ragazza si sta lavando i capelli...


Mi sveglio di nuovo ma nonostante la mia buona volonta' non riesco a rientrare nel sogno...

Che brutta sensazione, quella di non avere possibilita' di scelta. La sensazione di non avere altro di meglio da fare che arrendersi alle circostanze.

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